Area Archeologica di Piazzale Clodio

Area archeologica di Piazzale Clodio

In piazzale Clodio, in prossimità del Cavalcavia dei Cavalieri di Vittorio Veneto, sono venuti alla luce importanti resti archeologici nel corso di due campagne di scavo successive.

 

La prima degli anni Settanta del secolo scorso per la costruzione della panoramica (oggi via G. Falcone e P. Borsellino), l’altra del 1983 per la realizzazione di un parcheggio per i dipendenti del Tribunale. Gli importanti resti archeologici venuti alla luce sono pertinenti ad un area sepolcrale, sviluppatasi lungo la via Trionfale, l’antica strada di epoca repubblicana c.d. dai cortei trionfali che, provenienti da nord, la utilizzavano per arrivare nel cuore della città: il Foro Romano e il Palatino.

Nel 1970, nel corso dei lavori di realizzazione della strada panoramica di collegamento tra i quartieri Delle Vittorie e Monte Mario, all’altezza dei Casali Strozzi, è venuto alla luce un lungo tratto di strada con i caratteristici basoli in selce, fiancheggiata da sepolcri di epoca romana (I-III d. C.), uno dei quali monumentale e in blocchi di travertino.

La strada si può forse identificare con l’antica Via Triumphalis, che dal Ponte Neroniano, in prossimità dell’attuale ponte Vittorio, attraversava l’ Ager Vaticanus, dirigendosi poi verso Nord.

Il ritrovamento di numerosi nuclei di necropoli rinvenuti in parte nell’area della Città del Vaticano e denominati Annona, Autoparco Vaticano, Fontana della Galera, Belvedere, via Leone IV, e da ultimo, la riscoperta, durante i lavori per il prolungamento della metropolitana A sotto Via Candia, di reperti riferibili ad un contesto funerario, permettono di ricostruirne il percorso.

Il tratto visibile alle pendici di Monte Mario è interrotto al centro da una lacuna provocata dal mezzo meccanico durante lo sbancamento per la costruzione del Viale dei Cavalieri di Vittorio Veneto, ora denominato nel tratto iniziale Viale Borsellino e Falcone.

Il tratto più lungo conservato è largo m. 4,25, l’ampiezza canonica e necessaria per il transito di due carri e presenta verso il margine settentrionale i solchi relativi al loro passaggio, nel rimanente tratto i basoli si incastrano perfettamente tra loro e non presentano tracce d’uso. Sul lato Ovest la strada è fiancheggiata da una canalizzazione costituita da segmenti di tubature in terracotta legati con calce, al di là della quale corre un muro in cortina laterizia forse di terrazzamento.

Nel secondo tratto conservato la sede stradale si restringe notevolmente (m. 3,60), piegando leggermente verso Est, per rispettare le strutture di un sepolcro monumentale il cui piano di spiccato è ad una quota inferiore rispetto alla strada. Il lastricato si presenta sconnesso, con rinzeppature nei tratti in cui i solchi lasciati dai carri sono più profondi; la canalizzazione corre sul lato opposto.

Il mausoleo a pianta quadrata, con sedile ad esedra rettangolare decorato con piedi a zampa di leone, è rivestito in blocchi parallelepipedi di travertino. Sul piano di posa del secondo filare sono ben visibili gli incavi per le grappe e le impronte per l’alloggiamento dei blocchi.

L’impiego della grappa a coda di rondine, non riscontrabile dopo il I sec. d.C. offre un elemento cronologico confermato dalla tipologia del sepolcro. Quest’ultimo infatti è ricostruibile sull’esempio di un monumento sepolcrale fuori Porta Marina a Ostia Antica con base quadrata, sormontata da una edicola forse a pianta circolare aperta e con colonne, conclusa da un tetto a tronco di cono. Secondo le ultime ipotesi, tra le colonne erano inserite le statue dei defunti, proprietari delle tombe.