Arnaldo Pomodoro, Novecento

Novecento

Il monumento al "Novecento" di Arnaldo Pomodoro, per la sua peculiare posizione che lo pone in dialogo con il Palazzo dello Sport realizzato da Pierluigi Nervi e Marcello Piacentini in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960, accoglie chi entra in città provenendo da sud.

La monumentale scultura in bronzo, moderna rivisitazione di un obelisco, si eleva con i suoi 21 metri di altezza al centro di una vasca rotonda di pari diametro, riempita di acqua fino all’orlo così da tracimare lungo i bordi, dove si raccoglie a terra in una scanalatura. Slanciata nello spazio urbano, l'opera interpreta la forte motivazione psicologica e la partecipazione in prima persona dell'artista alla storia del proprio tempo. Sulla superficie del cono spiraliforme si alternano solidi geometrici e sagome astratte, inframmezzati da fratture e incavi, che idealmente rappresentano lo scorrere del tempo, simboleggiando le contraddizioni e le complessità di un’epoca densa di avvenimenti com’è stato il XX secolo. Il concetto spaziale di Pomodoro è sempre caratterizzato da un rigoroso senso geometrico, per cui ogni forma tende all’essenzialità volumetrica dei solidi euclidei, nettamente tagliati, che si ripetono in serie o segmenti, rettilinei o circolari, a ricoprire le superfici levigate o a spaccarle per mostrarsi all’esterno. La torre all’interno è cava e contiene un sistema di illuminazione che prevede uno scenografico gioco di luci, volto a farne risaltare la volumetria e il carattere ascensionale.

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