Acquedotto Neroniano

Acquedotto Neroniano

L’Acquedotto Neroniano (54-68 d.C.) rappresenta una delle strutture secondarie dell’Acquedotto Claudio, costruito dall’Imperatore Nerone per alimentare il ninfeo e il lago della sua grandiosa Domus Aurea.

La struttura lungo la via Statilia presenta una serie di imponenti arcate lungo il percorso sotterraneo dell’Aqua Appia. Le arcate, realizzate in mattoni e alte tra i 19 e i 22 metri, furono successivamente restaurate dai Flavi, da Adriano, da Settimio Severo e da Caracalla. In particolare sono ancora visibili sulla via Statilia i segni del restauro del periodo severiano. I resti delle arcate sono visibili anche nei tratti di via Domenico Fontana, piazza S. Giovanni in Laterano, di via S. Stefano Rotondo, via e piazza della Navicella e al di sopra dell’arco di Dolabella e Silano. Da qui l’acquedotto procedeva fino al cosiddetto Tempio di Claudio, in modo da alimentare il ninfeo neroniano sul lato orientale di questo. Le arcate continuano anche nel giardino della Villa Wolkonsky, attuale residenza dell’Ambasciatore britannico.

In seguito l’Imperatore Domiziano fece costruire un importante prolungamento dell’acquedotto, riuscendo ad  approvvigionare anche i palazzi imperiali posizionati sul Palatino. All’inizio tale prolungamento si andava sviluppando in parallelo al Clivo di Scauro oltrepassando poi, con arcate alte quasi 40 metri, la valle tra il Celio e il Palatino (in adiacenza dell’attuale via di San Gregorio).

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