Fontana della Dea Roma in Piazza del Campidoglio

Fontana della Dea Roma in Piazza del Campidoglio

La fontana collocata sullo sfondo della piazza del Campidoglio, vanta una storia piuttosto complessa legata alle vicende di una delle piazze più importanti di Roma, sede dal XII secolo del Comune cittadino e realizzata nel XVI secolo su progetto di Michelangelo Buonarroti (1475-1564).

Autore: Matteo Bartolani da Città di Castello
Datazione: 1588 -1589
Materiali: marmo
Alimentazione originaria: acquedotto Felice

Nel 1538, quando ha inizio la sua sistemazione urbanistica, sulla piazza erano già presenti le due colossali statue marmoree raffiguranti il Nilo e il Tigri (poi trasformato in Tevere con l’aggiunta della lupa e dei gemelli) collocate poi da Michelangelo nel 1543 su due plinti ai piedi della nuova scala del palazzo Senatorio, ai lati dell’altissima nicchia centrale destinata ad accogliere nel 1583 una colossale statua di Minerva.

Nessuna fontana è prevista all’epoca nell’area, in quanto il Campidoglio rimane privo di acqua corrente fino alla costruzione dell’acquedotto Felice, realizzato per volontà di papa Sisto V (1585-1590), opera cui l’Amministrazione Capitolina partecipa con l’acquisto di cento once di acqua per dotarne finalmente il colle e costruire nuove fontane pubbliche.

Solo nel 1588, pertanto, Matteo Bartolani da Castello (notizie 1525/30-1597) viene incaricato del progetto di una fontana monumentale, tramite un concorso voluto dallo stesso Sisto V che intende celebrare la costruzione del nuovo acquedotto anche sulla piazza capitolina, come testimoniano alcune iscrizioni poste sulla balaustra della piazza stessa. La fontana è costituita da un doppio bacino in marmo a pianta mistilinea collocato tra le due statue del Nilo e del Tevere, decorato semplicemente da cinque stemmi e si inserisce sulla piazza in forma discreta e rispettosa del disegno michelangiolesco.

Nel 1593 infine si sostituisce la statua di Minerva della nicchia centrale con una statua in porfido e marmo di epoca domizianea, raffigurante una Minerva seduta, di piccole dimensioni, montata su tre basamenti sovrapposti, e reinterpretata come Dea Roma.

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