Stefano Borghini

“… l’ossa del corpo senza carne…”

La restituzione virtuale dell’architettura antica colorata: dalla Domus Aurea all’Ara Pacis.

Il primo, fu Raffaello Sanzio. Fu il primo a intuire che il mondo antico così come lo vedevano i suoi occhi non era che l’ombra lontana, l’eco sbiadita di quella ricchezza formale, decorativa ed anche cromatica che pur doveva caratterizzare, dal grande al piccolo, l’esperienza architettonica dell’antico. Capì che la correttezza proporzionale e compositiva impressa dal Bramante alle sue opere non era sufficiente a restituire la grande qualità dell’antica architettura. Era necessario il colore. Altrimenti il tutto si sarebbe ridotto a uno scheletro muto.

Oggi le nuove tecnologie informatiche permettono di realizzare quello che era stato il sogno di Raffaello e di restituire, agli occhi di un pubblico di specialisti o di cultori dell’arte antica, le immagini di edifici e di architetture il più possibile vicine a quelle che dovevano apparire al momento in cui furono concepite e realizzate. Tuttavia la modellazione informatizzata e la computer grafica costituiscono, da vari punti di vista, degli strumenti a doppio taglio, estremamente pericolosi e ingannevoli se non accompagnati da una adeguata ricerca storica e filologica; oppure deludenti nella qualità estetica se non supportati da una attenta e misurata sensibilità architettonica e artistica. Al contrario il mezzo informatico si può trasformare in un’incredibile opportunità solo se adeguatamente coadiuvato da una rigorosa metodologia in grado di “validare” scientificamente e giustificare le singole scelte ricostruttive operate. In questo modo il modello digitale si trasforma da semplice mezzo divulgativo a straordinario ed innovativo strumento di ricerca scientifica ad uso in primis degli studiosi.

La ricerca che conduco da qualche anno, in costante e stretta collaborazione con l’architetto Raffaele Carlani, consiste nel mettere insieme contenuto e contenitore in un unico atto creativo, che proprio dall'unione tra contributo scientifico, attenzione alla qualità estetica e competenza tecnica cerca di trarre il suo maggior beneficio. Con lo scopo di condurre a ricostruzioni informatizzate dei monumenti antichi, che, lungi dall’essere semplici rappresentazioni, possano essere esse stesse avanzati strumenti di ricerca, oltre che vere e proprie simulazioni tramite le quali il mondo antico viene finalmente restituito in una policromia accuratamente studiata.

In questo contesto e con questo spirito, opere fra loro molto differenti per rapporti di scala e per significati, come la Domus Aurea di Nerone, la Villa di Livia a Prima Porta ed anche l’Ara Pacis di Augusto, possono essere confrontati tra di loro, sia sotto gli aspetti della restituzioni spesso innovative delle antiche cromie, sia per le questioni metodologiche legate al modo in cui le loro ricostruzioni virtuali, e i contenuti di ricerca che sono alla base delle ipotesi e da queste quindi inseparabili, possano essere comunicate scientificamente.

Stefano Borghini