Simone Foresta

“….ci sentiamo a nostro agio davanti ai rilievi non dipinti e non avvertiamo affatto la mancanza del colore…” Franz Wickhoff, 1895

La funzione della policromia nell’interpretazione storico-artistica dell'Ara Pacis Augustae.

La policromia delle opere scultoree ed architettoniche antiche appare nella letteratura scientifica contemporanea come un dato trascurabile, neutrale, relegato a margine nell’interpretazione storico-artistica ed archeologica. Indipendentemente dai pregiudizi winckelmanniani, è esistita ed esiste nella cultura occidentale una difficoltà diffusa ad accettare complessivamente la presenza del colore. E’ per noi, infatti, un’abitudine consolidata la possibilità di leggere le immagini private delle loro caratteristiche cromatiche. In particolare nella trattatista storico-artistica, ciò ha determinato una limitata consapevolezza culturale delle funzioni che il colore ha svolto nella società greca e romana.

Analizzare il valore dato dagli studiosi alla policromia dell’Ara Pacis, monumento la cui scoperta e ricostruzione hanno decretato l’autonomia dell’arte romana da quella greca, potrebbe consentirci un’elaborazione ed una riflessione non esclusivamente filologica su molte questioni specifiche della storia dell’arte romana; potrebbe permetterci di formulare nuovi criteri attraverso i quali sia possibile affrontare il problema della specificità e della storicizzazione delle immagini romane; potrebbe inoltre essere un passaggio indispensabile per individuare le conseguenze che l’atteggiamento culturale “classicistico” ha provocato nel modo di intendere l’arte romana e più in generale quella antica.

Nel dibattito sul ruolo delle forme artistiche come oggetti delle scienze storiche e sulla funzione delle immagini nelle società antiche ed, in particolare, in quella romana, il riconoscimento teorico della presenza del colore può contribuire a ricostruire attraverso le categorie antiche della rappresentazione e della percezione il sostrato sociale, culturale e politico che ne ha fissato l’utilizzo.

In questo senso il monumento augusteo rappresenta un’evidenza privilegiata date le implicazioni politiche e religiose che ne hanno determinata la costruzione e definita l’originalità.

Simone Foresta