Complesso delle Quattro Fontane

Complesso delle Quattro Fontane

Il complesso delle Quattro fontane venne realizzato sotto il pontificato di Sisto V (1585-1590) per evidenziare sul colle Quirinale l’importante incrocio tra la Strada Pia (le odierne Vie XX Settembre e del Quirinale) e la Strada Felice (le attuali vie Quattro Fontane e Sistina).

La Strada Felice fu aperta dallo stesso Sisto V per congiungere la chiesa di S. Croce in Gerusalemme con la Trinità dei Monti, passando per la basilica di S. Maria Maggiore

Autore: Domenico Fontana (attr.), Pietro Berrettini da Cortona
Datazione: 1588-1593, 1667-69
Materiali: marmo, peperino, travertino, malta, stucco, intonaco
Alimentazione originaria: Acquedotto Felice

Le fontane furono eseguite a spese dei proprietari dei terreni limitrofi in cambio di concessioni gratuite dell’acqua Felice. A Muzio Mattei si deve la costruzione di due fontane, quella sull’angolo del suo palazzo (poi proprietà Albani Del Drago) e quella in corrispondenza della futura chiesa di S. Carlino; Antonio Grimani, vescovo di Torcello, realizzò quella sull’angolo dell’attuale palazzo Galloppi-Volpi, mentre Giacomo Gridenzoni quella sull’angolo del futuro giardino Barberini.

Erette nella caratteristica tipologia a parete, le fontane sono costituite da una vasca semicircolare in travertino addossata a una nicchia che racchiude una statua ritratta distesa su un fianco dinanzi a sfondi palustri.

Due statue di divinità fluviali caratterizzano il versante orientale: sull’angolo del Palazzo Mattei-Albani-Del Drago un personaggio virile barbato accompagnato da un leone raffigura probabilmente il fiume Arno, mentre allude al Tevere la divinità fluviale con cornucopia e lupa capitolina sull’angolo della chiesa di S. Carlino. Le due statue sono ispirate all’iconografia classica dei colossi marmorei del Nilo e del Tevere (II sec. d.C.) che nel 1518 erano stati collocati sul Campidoglio.

Due figure femminili sono invece adagiate nei cantonali dei palazzi dell’opposto versante. Quella in direzione del giardino Barberini è associata a papa Sisto V per i riferimenti al suo stemma araldico: il trimonzio, le pere nella mano sinistra, le stelle e la testa di leone che ornano la vasca. Una falce di luna fra i capelli (non più chiaramente leggibile) ed un cane accovacciato alla sua destra hanno suggerito la sua interpretazione come Diana. L’altra figura femminile, interpretata come Giunone, è incoronata e mostra alla sua sinistra un leone accovacciato. Secondo una differente interpretazione, le due figure sarebbero da leggersi come la Fortezza e la Fedeltà, simboleggiate rispettivamente dal leone e dal cane.

Numerosi sono stati i restauri subiti dalle quattro fontane nel tempo, mentre l’ultima radicale trasformazione dell’aspetto del quadrivio si ha nel 1936 con la costruzione sul lato del giardino Barberini del palazzo dell’Istituto Romano dei Beni Stabili di Vittorio Morpurgo, che ha inglobato la fontana di Diana.

Dopo un intervento di restauro nel 1989-90, seguito dalla manutenzione della fontana di Diana nel 1993, le fontane sono state sottoposte ad un nuovo completo restauro nel 2014 -2015.

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