Domus Parthorum

Domus Parthorum

Il complesso archeologico che sorge all'interno dello Stadio delle Terme, presso le Terme Antoniniane, è passato finora quasi inosservato nella bibliografia archeologica, nonostante l'imponenza dei resti conservati, a parte l'identificazione con la Domus Parthorum, citata dai Cataloghi Regionari di epoca costantiniana nella Regio XII.

Un recente intervento di scavo e restauro eseguito dalla Soprintendenza Comunale ai beni culturali ha permesso di chiarire almeno in parte le vicende del complesso: una prima fase edilizia comprende la costruzione di un grande ninfeo, di quasi 30 metri di lunghezza, articolato con tre ordini di nicchie ai lati di una nicchia centrale, e di una grande sala rettangolare con il lato breve di fondo curvilineo.

La costruzione di queste strutture va probabilmente inquadrata nei grandi lavori di sistemazione della valle tra Celio e Piccolo Aventino eseguiti in età severiana.

L'intero complesso doveva avere una destinazione pubblica, anche se è difficile definirne la tipologia e la funzione.

In una seconda fase, da datare in un momento avanzato del III o nei primi decenni del IV secolo d.C., alle strutture già esistenti si aggiunsero una sala circolare coperta a cupola con "occhio" centrale, una stanza voltata a botte con presa di luce sul cervello della volta e una scala elicoidale che collegava il livello di calpestio del complesso con la parte alta del Piccolo Aventino.

Le strutture sono con ogni probabilità da attribuirsi a un impianto termale, forse una terma privata relativa a una domus aristocratica impiantatasi nell'area, oppure a un balneum pubblico.

La terza fase edilizia, testimoniata nell'area riguarda la costruzione di una sala absidata, interpretabile forse come un'aula a pianta basilicale. L'opera vittata molto regolare indica una cronologia nell'ambito del IV secolo.

La tipologia dell'edificio, richiama quella delle sale di rappresentanza delle domus aristocratiche tardoantiche; se questa fosse la sua funzione ne risulterebbe confermata la privatizzazione dell'area e l'impianto di una domus.

Lo scavo ha mostrato evidenti tracce di un incendio che, nel corso dei primi decenni del V secolo, portò alla distruzione e all'abbandono del complesso, ad eccezione della sala basilicale, che mostra tracce di restauri e trasformazioni, e che dovette continuare a vivere indipendentemente dal resto del complesso.

Rione: 

XXI - S. Saba

Orario: 

NON VISITABILE

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