Omaggio a Goffredo Mameli

Nella ricorrenza della morte, appuntamento al Mausoleo Ossario Garibaldino

Data: 
06/07/2015
Abstract: 

E’ il 3 giugno 1849. Al Gianicolo, davanti al Casino dei Quattro Venti infuria terribile la battaglia tra difensori della Repubblica Romana e truppe francesi filo pontificie, quando un giovane ragazzo di poco più di vent’anni, giunto da Genova animato dal più fervente spirito repubblicano ed imbevuto del pensiero di Giuseppe Mazzini, cade ferito ad una gamba. Una ferita banale, ma che presto degenera, conducendo il giovane poeta, vate della futura Italia, pupillo dei due giganti della Repubblica Romana del 1849, Garibaldi e Mazzini, ad una precoce e dolorosissima morte.
E’ una perdita irreparabile la sua, che priva non solo l’amatissima madre del suo diletto figlio,  ma anche la schiera dei patrioti attivi negli anni che ruotano attorno al convulso e memorabile 1848, di uno dei suoi fiori più freschi, Goffredo Mameli, poeta delicato e appassionato, noto per i versi di quel “Canto degli Italiani” che ancora oggi è il nostro inno Nazionale. “Il mio dolore è profondo e lo tengo sacro e tutto per me, cerco di essere degna del figlio e d’una italiana, me lo divinizzo, lo considero come un martire e come tale non lo piango”, ebbe a dire con intima fermezza, la madre, Adelaide Zoagli Mameli, amica e corrispondente di Mazzini.
Una perdita tra l’altro di grandissimo valore simbolico, percepita come tale anche dal nemico  - per l’entusiasmo, la giovinezza, l’acume politico e la gentilezza dell’animo, per la penna tagliente e appassionata, in sintesi per la riservata grandezza delle anime belle - che ne decretò l’impossibilità del rientro in patria, una volta che, il 6 luglio del 1849, dopo più di un mese di agonia, si arrese alla morte tra le cure amorevoli delle infermiere dell’Ospizio della Trinità dei Pellegrini nel delirio creativo di versi patriottici.     
Se tra i viali storici del Cimitero del Verano è ancora  possibile imbattersi nella prima tomba monumentale ottocentesca a lui dedicata, è nel sacrario sottostante l’aero quadriportico del Mausoleo Ossario Garibaldino al Gianicolo che vanno cercate oggi  le spoglie – e l’anima - di questo protagonista del nostro Risorgimento.
Così, nei giorni che rievocano le ultime albe di vita del giovane patriota, in omaggio alla sua figura, il monumento che ne custodisce il sepolcro in porfido rosso (adorno di cetra e di gladio, emblemi delle  “armi” con cui il giovane Mameli ebbe a combattere generosamente per la causa italiana), sarà accessibile in apertura straordinaria sabato 4 e domenica 5 luglio 2015, dalle ore 10.00 alle ore 20.00.
Lunedì 6 luglio, invece, data della ricorrenza della morte, alle ore 17.00 si terrà un Omaggio a Goffredo Mameli, una visita sentimentale presso la sua tomba animata da letture drammatizzate di brani scelti, tratti dalla sua ricca produzione poetica ed intervallati dalle note di un’antica chitarra ottocentesca. Lo strumento fu realizzato nel 1825, due anni prima della nascita del poeta,  dal rinomato liutaio napoletano Gennaro Fabbricatore, autore della stessa amatissima chitarra suonata da Giuseppe Mazzini, che si trova tuttora custodita presso l’Istituto Mazziniano-Museo del Risorgimento di Genova.
La visita sarà condotta da Mara Minasi, responsabile dell’area monumentale, con la partecipazione di Gianluca Schingo. Per l’occasione l’area sacra sarà accessibile dalle ore 14.00 alle ore 22.00.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Informazioni: 
Altre informazioni: 
Orario: 

Apertura straordinaria sabato 4 e domenica 5 luglio 2015, dalle ore 10.00 alle ore 20.00

lunedì 6 luglio alle ore 17.00: omaggio a Goffredo Mameli
L'area sacra sarà accessibile dalle ore 14.00 alle ore 22.00

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