L'Anfiteatro Correa e l'Auditorium

Verso la metà del settecento il giardino e il palazzo addossato a settentrione del monumento divennero di proprietà dei marchesi Correa; il loro affittuario, lo spagnolo Bernardo Matas, con effimere strutture lignee allestì nel giardino un anfiteatro, nel quale si cacciavano Tori e Bufale, si tenevano giostre per divertire la nobiltà e il popolino.

Dal 1802 l'anfiteatro divenne di proprietà della Camera Apostolica e alla metà di luglio del 1810 fu trasformato nel primo teatro di prosa per recite diurne. In occasione dei festeggiamenti in onore di Francesco I d' Austria, nel 1819 il Valadier realizzò un velario, crollato dopo pochissimo tempo.

Il rione Campo Marzio subì notevoli interventi di ristrutturazione allorché Roma divenne capitale d'Italia. L'edilizia minore attorno al Mausoleo fu modificata con la creazione di strutture architettoniche complesse, frutto di accorpamenti e ristrutturazioni.

Nello stesso periodo l'anfiteatro Correa, divenuto di proprietà del conte Telfener, venne denominato Anfiteatro Umberto I e assunse un carattere più specificamente teatrale.

Quando il conte Telfener coprì l'arena con una cupola in vetro, la Pubblica Sicurezza dichiarò inagibile il teatro per mancanza di sufficienti vie d'uscita. Ceduto nel 1907 al Comune di Roma e adeguato alle norme di sicurezza, fu trasformato in sala per concerti con il nome di Auditorium Augusteo, dove, a partire dal 16 febbraio del 1908, vennero eseguiti concerti di elevata qualità.

La serie dei concerti terminò il 13 maggio del 1936, quando, per restituire al Mausoleo il suo aspetto di Tomba imperiale, si diede inizio alla demolizione della cupola e degli edifici sorti tutt'intorno al sepolcro.