Opere di regimentazione delle acque in età arcaica, un volume a cura di Elisabetta Bianchi e Matteo D’Acunto

Data: 
28/12/2020
Abstract: 

A partire dall’archeologia, in una prospettiva storica e interdisciplinare, lo studio delle opere di regimentazione delle acque su scala urbana in epoca arcaica.

 

Tali opere furono finalizzate al miglioramento della vita della comunità, perché pensate e progettate per controllare i ricorrenti fenomeni alluvionali, per irreggimentare le acque reflue in ambito cittadino e per bonificare aree del territorio strategicamente importanti, ma paludose. Punto di partenza sono i recenti studi condotti a Roma sulla Cloaca Massima, che hanno permesso di chiarire quale fosse l’originario aspetto della monumentale opera idraulica attribuita ai re etruschi, nonché le ultime indagini archeologiche a Cuma, che hanno messo in luce il confronto più stringente con l’opera dell’Urbe, per la struttura del condotto a doppio canale.
Numerosi studiosi di varie discipline contribuiscono nel volume a rappresentare lo stato della conoscenza sui modi della regimentazione delle acque di età arcaica, i cui temi centrali, che consentono di ricomporne l’identità, sono: la geomorfologia, il contesto storico, l’impegno costruttivo in termini di forza lavoro, la funzione, la tecnica di costruzione, la trasmissione di saperi ingegneristici, gli aspetti terminologici e la valenza delle opere.
In una prima sezione sono raccolti i contributi relativi agli interventi realizzati in Grecia, Magna Grecia e Sicilia, con approfondimenti specifici sui problemi dell’urbanistica e delle tirannidi arcaiche. La seconda sezione, che ha per argomento l’Etruria e il Latium Vetus, contiene uno sguardo approfondito sulle tecniche costruttive e sui sistemi di drenaggio. Nella terza sezione, quella su Roma, molti dei contributi focalizzano l’attenzione sulla bonifica della valle del Velabro e sulla costruzione del condotto idraulico nel contesto storico di età regia.

 

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