La cella del Tempio

Capitello di lesena con cavalli alati, dalla decorazione interna del Tempio di Marte Ultore (Roma, Museo dei Fori Imperiali

Il Tempio accoglieva al suo interno le statue colossali di Marte e Venere. La dea era infatti considerata la mitica progenitrice dellaGens Iulia, avendo essa generato con Anchise Enea, a sua volta padre di Iulo Ascanio, capostipite della famiglia: Augusto non fece che riproporre in questo modo l’origine divina dei Iulii, come aveva già fatto Giulio Cesare innalzando un Tempio a Venere Genitrice nel proprio Foro. Allo stesso tempo, Marte era presente non solo come vendicatore della morte di Cesare, ma anche come divino progenitore dei Romani, in quanto padre del mitico fondatore e primo re di Roma Romolo, avuto da Rea Silvia, discendente di Enea e di Iulo Ascanio. Le fonti antiche indicano l’esistenza nel Tempio di una terza scultura, raffigurante forse Giulio Cesare divinizzato. Un’ipotesi alternativa ne propone l’identificazione con una statua del Genio di Nerone, voluta dal Senato dopo la vittoria sull’Armenia.